IL PRINCIPE E IL GALLO PARLANTE
In un paesino, esistito in un tempo molto lontano, sulle rive
del Grande Lago Dorato, viveva un giovane molto bello, ma ahimè, molto povero. Il
lago, una volta molto pescoso, da un po’ di anni riusciva a stento a nutrire
gli abitanti del piccolo paesino.
Anche il nostro giovane cominciava a soffrire la fame e la sua unica
ricchezza era un gallo, un gallo come tanti altri, ma che aveva una
caratteristica unica: sapeva parlare ed era molto astuto e sapiente. Un giorno
il giovane, stanco di soffrire la fame, prese con sé il suo gallo e salì sulla
sua barchetta deciso ad attraversare il lago ed andare in cerca di fortuna.
Il giovane non aveva la minima idea di quanto fosse grande il
lago, di quanto avrebbe impiegato per attraversarlo, nonostante tutto, decise
di partire.
Remò per due giorni e due notti, ma della riva opposta nessun
segno. Il terzo giorno il cielo si fece scuro, si alzò un forte vento e onde
gigantesche investirono la minuscola barca. Il naufragio fu inevitabile: il
forte vento e l’acqua gelida fecero perdere i sensi al nostro ardito
giovanotto.
Quando si risvegliò, si trovò
infreddolito su una spiaggia ignota, ma per fortuna il suo gallo era
accanto a lui.
Si era salvato volando verso la riva.
I due si incamminarono verso l’interno per cercare aiuto e soprattutto cibo,
poiché le poche provviste portate, erano terminate già il primo giorno di navigazione.
Dopo un po’ di tempo che camminavano, quando oramai avevano perso la speranza
di incontrare qualcuno, videro in lontananza una città e vi si diressero.
Grande fu lo stupore dei primi cittadini che incontrarono
quando costatarono che il gallo parlava addirittura meglio delle persone e
sapeva persino rispondere alle domande più difficili.
Il giovane e l’animale furono rifocillati. Molta gente
accorreva per sentire parlare il gallo e ognuno dava qualcheccosa, così sia
il giovane che il gallo potevano sbarcare il lunario senza troppi problemi.
La notizia di un gallo parlante si sparse velocemente per la
città e giunse anche alle orecchie del re che inviò delle guardie affinché
conducessero i due al suo castello.
Il re rimase stupido dalla sapienza del gallo e cominciò a
fargli delle domande sempre più complicate alle quali il gallo rispondeva senza
nessun problema. Diede allora incarico
ai suoi saggi di trovare delle domande alle quali fosse quasi impossibile
rispondere.
I saggi, dopo un pomeriggio intero passato a pensare,
portarono al re due domande veramente complesse.
Il re disse al bel giovane: ‟Se il tuo gallo sa rispondere a
queste domande, sarete nominati miei consiglieri personali, godrete nelle
reggia di grande prestigio e avrete un lauto stipendio.
‟Va bene”, disse il giovane, ‟Comincia pure”. Allora il re pose la prima domanda. ‟Sai dirmi, gallo, qual è l’unico quadrupede con il becco?” e il gallo senza pensarci troppo, ‟Certo, maestà, è lo STAMBECCO”!
‟Va bene”, disse il giovane, ‟Comincia pure”. Allora il re pose la prima domanda. ‟Sai dirmi, gallo, qual è l’unico quadrupede con il becco?” e il gallo senza pensarci troppo, ‟Certo, maestà, è lo STAMBECCO”!
Il
re rimase senza parole. ‟E sai dirmi anche qual è l’unico uccello con le corna?”
‟Certo, maestà, è la CORNAcchia”!
Il
re e i saggi non potevano credere che un gallo avesse tanta sapienza e tanta
arguzia. Così, come aveva promesso, nominò il giovane e il gallo suoi
consiglieri personali e volle che rimanessero sempre al suo fianco. Così da
povero qual era, con l’aiuto del suo gallo, il giovane divenne niente di meno
che l’uomo più potente del regno dopo il re.
Alcuni dicono che la figlia del re, una bellissima ragazza,
si innamorò perdutamente del giovane e volle sposarlo e tutti finalmente
vissero felici e contenti.
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